Secondo il pediatra e psicoanalista inglese Donald W. Egli ha introdotto i concetti di oggetti transizionali e fenomeni transizionali (o esperienze transizionali) riferendosi a un particolare momento dello sviluppo. Gabriella Giustino Il concetto di oggetto transizionale si riferisce alla comparsa, durante un particolare momento dello sviluppo infantile, di oggetti che assumono un significato speciale per il bambino e di cui i genitori riconoscono intuitivamente l’importanza. L’ oggetto transizionale è quell’ oggetto , tipicamente un peluche o un pupazzo, che aiuta il bambino nei suoi primi momenti di separazione dalla figura della madre. Nella seconda infanzia l’ oggetto transizionale diviene stabile ed è costituito, in genere, da un oggetto soffice come un orsacchiotto.
Con il termine oggetto transizionale o fenomeno transizionale si designa l’area intermedia di esperienza tra la suzione autoerotica del pollice (in una situazione di narcisismo primario) e l’instaurarsi di vera relazione d’ oggetto. Giunse alla psicoanalisi partendo da una vasta esperienza pediatrica. Ma come mai quel dato oggetto rassicura e conforta così il bambino? Winnicott ‹u̯ìnikot›, Donald Woods. Ogni oggetto è un oggetto “trovato”.
Data l’opportunità il bambino comincia a vivere creativamente, e ad usare oggetti reali, per essere creativo in essi e con essi. L’area transizionale e il bambino. Oggetto di transizione, per lui è sinonimo di sicurezza relax, serenità e senso di stabilità.
Nello sviluppo infantile umano, un oggetto transizionale è un qualunque cosa, solitamente un oggetto fisico, in cui il bambino riveda la sua principale figura di riferimento (soprattutto la madre, dunque). Il destino dell’ oggetto transizionale è quello di essere gradualmente abbandonato (disinvestito), perdendo di significato nella definizione del bambino come persona intera. Nel mettersi in relazione il soggetto permette che nel sé avvengano dei cambiamenti e che essi siano accompagnati da un certo grado di coinvolgimento fisico. Molti si chiedono se ci sono bambini che non hanno mai avuto un oggetto transizionale. Al fianco di questi oggetti interni l’autore pone oggetti esistenti intermedi che raggruppano oggetti interni e oggetti di realtà esterna.
Raccontiamo un po’ la storia della teoria dell’ oggetto transizionale. L’uomo ha necessità sin dall’inizio di caricare oggetti esterni di qualità tali da renderli transizionali (orsacchiotto, cuscino prima di dormire…). I più comuni sono i peluche, fazzoletti o copertine.
Le fattezze dell’ oggetto transizionale sono sempre da ricercarsi in contesti usuali e abitudinari, ovvero dove il bambino come consuetudine sarà solito soffermarsi maggiormente. L’ oggetto , infatti, aiuterebbe il piccolo ad attraversare la fase dello sviluppo dell’Io e della differenziazione dalla madre. Non appena il bambino incomincia ad usare suoni organizzati può comparire una parola per indicare l’ oggetto transizionale. Un oggetto o un luogo col quale il bambino impara a costruire la prima relazione affettiva dopo quella instaurata con i genitori.
Si tratta di un oggetto che conserva l’odore della mamma e che può avere un effetto fortemente rassicurante per i neonati e bambini piccoli. Queste persone tendono a trasformare la realtà in un oggetto della ragione, e non dell’ emozione, degli affetti e degli atti creativi. Che cos’è un oggetto transizionale ? Perché l’ oggetto transizionale è così importante per il nostro bambino? Come possiamo aiutarlo a sentirsi sicuro nel suo lettino, anche se noi non siamo lì con lui?
Ricordate l’ oggetto che accompagnava i vostri sonni da piccoli? Prima dei sei mesi di vita il bambino non ha la capacità di distinguere tra sé e chi si prende cura di lui. Si trova, cioè, in uno stato di fusione che supererà gradualmente, anche se ricerche recenti fanno ipotizzare il superamento di tale fase già prima dei sei mesi di vita.
Il nuovo oggetto anche se molto simile al primo non avrà mai lo stesso aspetto ed odore di quello che per anni il bambino ha portato nel suo lettino ma sarà sempre meglio di niente. Non bisogna mai pensare che il bambino affezionato tanto al suo oggetto e che fatica a separarsene sia un bambino problematico o troppo timido. In altre parole, perde valore. Con questo termine si riferisce ad un oggetto materiale che permette al lattante di soddisfare una rappresentazione materna.
Questo oggetto , infatti, permette al bambino di rivedere la figura di riferimento nell’ oggetto in questione. PSICOANALISI - Fenomeni e oggetti transizionali ( In questo scritto, pensato per ricordare il pensiero di Renata De Benedetti Gaddini, l’Autrice riflette sul concetto di precursori dell’ Oggetto Transizionale (OT) , uno dei contributi tra i più originali e significativi di Renata Gaddini. Il punto cardine è la fantasia, con cui gli esseri umani cercano di compensare una realtà frustrante e alla perenne ricerca di una sintesi tra realtà interna ed esterna. La sua vita scandita da questi intervalli.
Col trascorrere del tempo il sonno del bambino subisce dei cambiamenti.
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