mercoledì 6 gennaio 2016

Oggetto transizionale quando toglierlo

A molti genitori sarà capitato di assistere a vere e proprie tragedie quando , al momento di andare a letto o di uscire da casa, il proprio figlio scopre che il suo orsacchiotto, oppure copertina, bavagliolino, bambolina, insomma un qualsiasi oggetto verso il quale egli mostra un esclusivo attaccamento, non si trova più. Quando tramonta l’ oggetto transizionale. Con questo Winnicott intendeva dire che, nella situazione di sanità, l’ oggetto transizionale non va dentro, né i sentimenti verso di esso sono necessariamente soggetti a rimozione. Non viene dimenticato e non viene rimpianto.


Un oggetto transizionale può essere utilizzato in questo processo. Questo può essere un oggetto reale come una coperta o un orsacchiotto, ma altri oggetti, come una melodia o una parola, possono anche svolgere questo ruolo. Oggetto Transizionale: quando toglierlo. Impedire al bambino di portare con sé ciò che gli offre conforto psicologico non è funzionale per la sua serenità. Se gli adulti intorno a lui accettano questo suo bisogno, più facilmente capirà di essere accolto e ascoltato anche nei suoi momenti di difficoltà.


Potrebbe essere utile portarlo in occasione di una visita medica o dei primi giorni al nido o all’asilo da solo (solo nei primi giorni, però, poi è preferibile lasciarlo a casa per evitare che si perda, si rovini o diventi oggetto di contesa con altri bambini!). E se il bambino non ha un oggetto transizionale ? L’ oggetto transizionale è quell’ oggetto , tipicamente un peluche o un pupazzo, che aiuta il bambino nei suoi primi momenti di separazione dalla figura della madre. Si tratta di un oggetto e di una funzione descritti per la prima volta dal pediatra e psicanalista Donald Winnicott.


Non il piccolo ad abbandonare il suo oggetto preferito : dopo una fase, appunto, transizionale , il bambino cesserà autonomamente di attribuirgli un significato così importante. Coinvolgere il bambino quando , a un certo punto, sarà inevitabile mettere il pupazzo in lavatrice. Non cercando di convincerlo che è sporco e va lavato. Tornando all’ oggetto transizionale , quando un bambino arriva in un luogo dove sono presenti altri bambini più o meno della stessa età con in mano un oggetto portato da casa, subito diventa magnetico. Sono tutti attorno a lui, lo guardano, alcuni allungano una mano per toccare l’ oggetto altri lo afferrano e cercano di trarlo a sé.


Nella seconda infanzia l’ oggetto transizionale diviene stabile ed è costituito, in genere, da un oggetto soffice come un orsacchiotto. Winnicott definisce l’ oggetto transizionale come il primo possesso non-me. Con il termine oggetto transizionale o fenomeno transizionale si designa l’area intermedia di esperienza tra la suzione del pollice e l’instaurarsi di una vera relazione d’ oggetto.


I più comuni sono i peluche, fazzoletti o copertine. Dopo tale età può essere un sintomo di qualche problema. Egli ha introdotto i concetti di oggetti transizionali e fenomeni transizionali (o esperienze transizionali) riferendosi a un particolare momento dello sviluppo.


Il concetto di oggetto transizionale si riferisce alla comparsa, durante un particolare momento dello sviluppo infantile, di oggetti che assumono un significato speciale per il bambino e di cui i genitori riconoscono intuitivamente l’importanza. A cinque anni il bambino comincerà a sentirsi più autonomo dal punto di vista emotivo ed inizierà a fare a meno dell’ oggetto transizionale. Prima di tutto è oggetto transizionale che aiuta nella transizione, nel distacco, insegnando al bambino che può sopravvivere anche fuori e lontano dalla mamma. Usare il seno come ciuccio – per quanto resti assolutamente una scelta personale e non sta a noi criticarla, ci mancherebbe – rischia di non permettere al bambino di fare questa naturale transizione. In psicanalisi, oggetto , tipicamente una bambola o un pezzo di stoffa, cui i bambini, in un determinato periodo della loro crescita, attribuiscono un particolare valore, poiché rappresenta per loro qualcosa che sta tra sé e un’altra persona importante, per lo più la madre, e che può quindi essere utilizzato in sua vece soprattutto durante la sua assenza o. L’ OGGETTO TRANSIZIONALE NEGLI ADULTI.


Ora una bambola, ora un orsacchiotto, ora l’ angolo di una copertina. Tutti i bambini scoprono o inventano un oggetto di cui fare un uso affettivo piuttosto che ludico. Senza questo oggetto , unico ed insostituibile, il bambino non si addormenta. Non si tratta di un semplice giocattolo. Nello sviluppo infantile umano, un oggetto transizionale è un qualunque cosa, solitamente un oggetto fisico, in cui il bambino riveda la sua principale figura di riferimento (soprattutto la madre, dunque).


Articoli su oggetto transizionale scritti da unamammapsicoterapeuta. E così è arrivato il momento di parlare del tanto amato ciuccio o succhiotto, quello che Greta non ha mai voluto nonostante tutta la mia insistenza per farglielo accettare. Ci sono valide motivazioni per questo comportamento, manifestazione di insicurezze e bisogno di.


Bisogno del ciuccio in psicologia. La bocca come primo ‘strumento’ di contatto col mondo esterno, diviene il trait d’union tra il bambino e l’ambiente. E’ importante che il bambino a partire dai quattro-cinque mesi di vita abbia un pupazzo del cuore, che può essere sia il classico orsacchiotto sia un qualunque altro animale di pezza. L’orsacchiotto deve essere offerto al bambino quando lo si corica per la notte oppure in altri momenti della giornata se occorre consolarlo o tranquillizzarlo. Psicologia dinamica - Lezione 9: Donald Winnicott.


Filippo non ha alcun oggetto transizionale. Adesso quando preparo la cena, mi si attacca alle gambe e mi dice Mamma tutta pippo. Ecco come l’ oggetto transizionale aiuta il bambino ad affrontare il mondo.


Il ciuccio rappresenta un valido aiuto psicologico perché, richiamando la forma del capezzolo materno, permette al piccolo, quando la mamma è assente, di calmarsi e autoconsolarsi, diventando quello che gli psicologi chiamano oggetto transizionale , cioè un oggetto su cui il bambino concentra il suo interesse in sostituzione della figura.

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